Disastro in Val Miller

Cosa è successo?

Ormai è quasi passato un anno, da quel 26 ottobre 2018, quando una finestra di maltempo colpì l’intera penisola italiana.

Maltempo che durò bensì una settimana, che colpì dal settentrione al meridione il bel paese.

Molte testate giornalistiche e media si sono concentrati su zone di gran interesse, come il Trentino, il Veneto e regioni più a sud dove la pioggia torrenziale e il forte scirocco che aveva velocità da uragano colpì, infliggendo danni che ammontano a 5.000.000.000 di euro, facendo sfollare 4.500 persone, ferendone 38 e uccidendone 37.

I Media e i giornalisti non si sono soffermati però sulla Val Miller, giustamente siccome il danno fu solo ambientale.

Dove si trova la Val Miller?

La Val Miller è una valle alpina appartenente al Gruppo dell’Adamello, situata nella zona orientale della Valle Camonica.

Paradossalmente è la via più corta, facile e con “meno pericolo” (se così si può definire, perché in montagna il pericolo c’è sempre) per raggiungere l’Adamello e da quando hanno installato la Via Attrezzata Terzulli, sempre più persone provano a raggiungere la vetta tanto cara ai bresciani.

Come proseguono i lavori?

Quest’anno ho transitato da questa magnifica e selvaggia valle un paio di volte dopo il fatidico diluvio e posso confermare che i lavori proseguono, ma il danno è troppo ingente e ritengo che la manodopera non sia sufficiente per recuperare gli alberi abbattuti siccome in qualche mese la situazione non è variata di molto seppur leggermente migliorata.

Grande impatto sicuramente lo hanno avuto i turisti, frequentatori e innumerevoli alpinisti che hanno frequentato quest’estate la valle.

Qual’è il problema adesso?

Ma il problema principale a mio pensiero è che mancano i fondi, i volontari una struttura organizzativa per rendere lo smaltimento dei tronchi più efficace e veloce.

Parlo perché ho seguito le vicende trentine e venete che in 2 mesi hanno sistemato la maggior parte dei sentieri e dei boschi, riutilizzando il legname per creare staccionate e strutture.

Ovviamente non è colpa di chi gestisce il lavoro, anche perché non è una zona facilmente raggiungibile, ma spero che nel minor arco di tempo questa valle possa ritornare alla sua bellezza originaria.

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